Il vero Japo? È Made in Tuscany
La pasta è un piatto davvero unico e intramontabile che nelle sue molteplici forme celebra la nostra tradizione culinaria. Pici, Pappardelle, Strozzapreti sono solo alcune delle tipologie di pasta che troviamo da Foody Farm, il luogo giusto nel cuore di Firenze, dove tradizione e innovazione si uniscono tra sapori nuovi e gustosi abbinamenti. Oggi facciamo un salto nel Granaio: la sezione del menu in cui troviamo i vari tipi di pasta provenienti dai migliori Pastifici della Toscana. D’altronde, i Pici, insieme alle Pappardelle, rappresentano un marchio tipico della gastronomia locale. Direttamente dal Pastificio dell’Amiata, da Foody Farm, è possibile mangiare i Pici serviti con pecorino dei Barbi, sfilacci di bresaola di Manzo del Valdarno resi unici dal condimento della salsa Wasabi. Oltre alla ricerca delle materie prime di eccellenza e della qualità, Foody Farm ha scoperto anche le origini del nome “pici”; curiosi di scoprirlo anche voi? Alcune voci, sostengono, che il nome derivi dal gesto che si fa con il palmo della mano per far prendere all’impasto la forma del picio, quello che nel gergo culinario toscano è il verbo “appiciare”. Continuiamo ora il nostro viaggio all’interno del Pastificio dell’Amiata che stavolta ci fornisce un altro suo fiore all’occhiello, le Pappardelle, abbinate a pomodorino fresco, con una soffice burrata (eccezionalmente tutta toscana) e basilico croccante. Da dove deriva il nome pappardelle? Beh, abbiamo una risposta anche per questo: il termine deriverebbe dal verbo latino “pappare”, ossia mangiare, che nel dialetto toscano corrisponde al consumare un cibo con gioia e piacere quasi infantili. Se ci spostiamo, invece, nell’Antico Pastificio Morelli, troviamo gli Strozzapreti ai gran antichi che vengono serviti con Bardiccio, una tipica salsiccia toscana di Maiale Grigio del Casentino, con crema di broccoli e crumble di Gran de’ Magi. Seppur il nome di questa pasta lasci poco spazio all’immaginazione sulle proprie origini, abbiamo scoperto che tracce di Strozzapreti sono state ritrovate già nella commedia napoletana del ‘700, dove tra ironia e astuzia veniva detto ai commensali che questi maccheroni erano così grossi che nel mangiarli si rischiava di rimanere strozzati. La Toscana di certo, non poteva tirarsi fuori da queste curiose leggende. Qui, si vuole che il termine strozzapreti, derivi della pasta, così lunga che era simile alle stringhe utilizzate dagli anarchici per strangolare i preti; insomma una vera e proprio leggenda che all’ottimo sapore unisce un fine meno nobile. Se tra passato e presente vi è venuta l’acquolina, beh fate un salto da Foody in Corso dei Tintori, al numero 10 rosso, dove potrete gustare queste ricercate delizie.