Chi ben comincia… (seconda parte)
(Bene, quasi benissimo)
Cerco di dar più retta alla gola che alla mente. In effetti non posso non chiedermi cosa sia successo. L’ultima occhiata che mi sono data nello specchio dell’ascensore non mi ha fatto notare niente di strano. Trucco leggero e abitino appropriato. Insomma, sicuramente sono più carina stasera di quando mi vede la mattina in biblioteca.
Propongo un po’ di nomi “strani” di piatti che vedo sul menu ma, quando parlo di Luxury Delicase, lo vedo letteralmente trasalire. “Vedi” aggiungo” c’è una bella degustazione di salumi da dividere in due, dal Lardo di Cinta al Capocollo, che è di … sì, di Maiale Bianco allo Stato Brado, il che fa pensare she sia genuino.”
Finalmente apre la bocca e mi dice che preferirebbe rimanere più leggero.
“Ok! Ho visto una pagina di piatti vegetariani; quella verdolina, l’hai trovata? Si chiama Dall’Orto. Io prenderei il Bietolotto; a te vanno bene questi Falafel di Casa Nostra? Sono fatti di ceci, cavolo nero e salsa yogurt… direi perfetti, no?”
Annuisce, ma il suo sorriso è vago. Certamente si è pentito di avermi invitata. Mi sto innervosendo, mentre mi chiedo perché non faccia buon viso a cattivo gioco.
Mi annoio e mi sento anche un po’ offesa; così chiamo il cameriere e ordino i piatti. Stessa storia con la carta dei vini… L’ampia scelta non lo smuove. Io prendo una birra e, visto che ho deciso di divertirmi, scelgo quella con l’aggiunta di melograno. Sono troppo curiosa.
“Vuoi un rosso?” Gli faccio… “dai un’occhiata: se fossi in te sceglierei un bicchiere dalla lista “Fidati” un Morellino o un Barbaresco, no?”
“Ok, ok… il Morellino può andare.”
Mentre sfoglio il menu, non posso fare a meno di sorridere di fronte a certi piatti, come la “Porca Focaccia”, con la porchetta o il “Luxury Burger”, un hamburger arricchito da Foie Gras…
Ma soprattutto, mi rendo conto che tutto quello che mi sta intorno è divertente: i panini arrivano ai tavoli su pale d’acciaio; un signore, seduto di fronte a noi, ha davanti a sé un vasetto di terracotta con una piantina… cerco sul menu e trovo la Polenta in Fiore! “ Dai divertente, no?” chiedo a Francesco “ Sì, è anche tutto molto buono” risponde lui, che evidentemente conosce il ristorante meglio di me. Visto che il suo disagio non mi impedisce di essere divertita e che non voglio lasciarmi sopraffare dalla situazione, decido, mentre affronto con piacere il Bietolotto, di affrontare anche lui. Cerco di usare la diplomazia e gli dico che mi fa molto piacere essere qui e di non preoccuparsi… insomma, cerco di fargli credere che non sono offesa più di tanto e che comunque il posto mi piace un casino.
A quel punto lui strizza gli occhi, li fissa nei miei e mi sussurra: “Io non mi sono pentito affatto di averti invitata a cena. Solo che… sono cieco come una talpa. Al lavoro uso le lenti, ma questa sera, una è finita nel lavandino e, non ci crederai, ma gli occhiali che uso di riserva li ho lasciati in biblioteca. La lente era l’ultima e quindi…” Lo interrompo perché la situazione adesso mi diverte ancora di più. Dalla borsa estraggo i miei occhiali con la montatura ricoperta di strass e “Prova con questi” gli dico. Il suo imbarazzo sale alle stelle, anzi alle stalle, visto il posto in cui ci troviamo. Rosso come un peperoncino, è ancora più carino. Anch’io ho dei problemi di vista e la situazione sembra risolta. Non riesco a trattenermi: sto ragazzone con la barba, le gote rosse e gli occhiali con i brillantini sembra un personaggio di Almodovar…
Ma dico, ragazzi, chi altri potrebbe uscire a cena con un topo di biblioteca, cieco come una talpa?
Per fortuna Foody ha risolto la situazione; è vero quello che dicono “Entra e… divertiti”.